sabato 16 agosto 2008

A volte vedo

Sottile malinconia

Che occupi il fondo di quel cuore sudato,

lo sai che è tuo.

Se potessi scacciare quella spina nel fianco, quel velo pietoso di lutto antico e presente, quella fila di donne che piangono

Una canzone senza fiori, senza vita ne unghie!

Se squartassi quella palude di anima

Con grandi coltelli

e potessi comprare da voi tutti un pezzo di vita,

potrei ridere anch’io con i denti,

anch’io guardare solo con occhi.

Morte,

Il tuo frusciare di alito pesante è la lama avvelenata di un coltello che sta come una sentenza sulle nostre teste e sibila al vento

E ride

di questo nostro andare spastico cercando la soluzione.

Musa ispiratrice o nemica,

Vogliono relegarti tra file di marmi,

zolle di terra fradicia

e fievoli fiammelle sbiadite

dal puzzo di corpi derelitti.

Il tuo regno non è fatto di fiori gualciti di pianto o pioggia, è il cuore di un uomo senza scarpe e senza passo.

Sirena azzurra come folgore nella notte, urli e tremo.

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