sabato 16 agosto 2008

A volte vedo

Sottile malinconia

Che occupi il fondo di quel cuore sudato,

lo sai che è tuo.

Se potessi scacciare quella spina nel fianco, quel velo pietoso di lutto antico e presente, quella fila di donne che piangono

Una canzone senza fiori, senza vita ne unghie!

Se squartassi quella palude di anima

Con grandi coltelli

e potessi comprare da voi tutti un pezzo di vita,

potrei ridere anch’io con i denti,

anch’io guardare solo con occhi.

Morte,

Il tuo frusciare di alito pesante è la lama avvelenata di un coltello che sta come una sentenza sulle nostre teste e sibila al vento

E ride

di questo nostro andare spastico cercando la soluzione.

Musa ispiratrice o nemica,

Vogliono relegarti tra file di marmi,

zolle di terra fradicia

e fievoli fiammelle sbiadite

dal puzzo di corpi derelitti.

Il tuo regno non è fatto di fiori gualciti di pianto o pioggia, è il cuore di un uomo senza scarpe e senza passo.

Sirena azzurra come folgore nella notte, urli e tremo.

lunedì 11 agosto 2008

...a settembre...

Dovremo attendere ancora qualche settimana prima della presentazione ufficiale del romanzo Nuda a Falconara Marittima, presso la sede dell'associazione culturale l'Orecchio di Van Gogh, con la presenza dell'Autrice.

martedì 5 agosto 2008

intervista a Rosa Fiorita (seconda parte)

A chi è rivolto principalmente questo libro? Alle persone legate a vario titolo a questa vicenda, oppure a tutte le donne in generale?

Non intendo essere il cartello o la propaganda vivente di nessuno. Sono solo le mie idee scritte su carta.

Hai scelto un percorso narrativo in cui alla denuncia hai preferito la riflessione esistenziale. Per quale ragione?

Perché non c’è nulla da denunciare e molto da riflettere.


Quanto tempo hai impiegato per scrivere il libro?

Tra stesura a mano ribattitura, correzioni e inserimenti circa dodici mesi.

Come nasce in te la vocazione della scrittura?

Ho sempre coltivato la passione dello scrivere fin da piccola, poi come spesso accade la vita mi ha tenuto lontana da una parte di me. Poi ho dovuto affrontare me stessa e soffrire per capire se fossi in grado davvero di scrivere. In questo sono stata aiutata e obbligata direi da una persona, che mi ha impedito di nascondermi dietro a un dito.